giovedì, settembre 27, 2007

Credo di aver trovato un pozzo. C'è un secchiello che è sempre pieno. Mi sembra tutto così strano.
Continuo a tirarne fuori speranza, ma perchè? Cosa vuol dire questo? Anche quando non dovrebbe più essercene, ne riesco a trovare ancora ed ancora. E questo mi mantiene sedata. Ma chissà per quanto. Quando il pozzo sarà vuoto, lo so, sarà veramente la mia fine del mondo...

venerdì, settembre 14, 2007

La foglia che cade... la guardo...
E' già finita l'ispirazione?
E' già autunno? Credo di aver dormito talmente tanto. Ed io odio dormire. Perchè intanto il mondo scorre, e mi esclude. E tutto cammina. Io aspetto il treno in un angolo.
Ritrovo l'ispirazione. Casualmente è già autunno.

martedì, settembre 04, 2007

Vorrei sapere… vorrei sapere scientificamente quanto tempo deve passare prima che si riesca a dimenticare la persona amata. Ho visto passarci un mio amico, che non ha mai versato una lacrima, ho visto passarci una mia amica, che ha pianto per due mesi consecutivi. Vedo molta gente, che sta male, ma non mi sembra quanto me. Gente coraggiosa, gente forte… Vorrei una prova, la sicurezza che un giorno lo dimenticherò.

sabato, settembre 01, 2007

Ieri, arrivata davanti alla porta d'ingresso della mia casa, ho visto la nipote della mia vicina, in bici con un’amichetta, appoggiare una mano sul garage dei nonni, spingere e aprirlo. È stato una specie di flash back di milioni di anni, di parole, di giochi e di sguardi. Sono tornata indietro, ho visto la scena di Michael, il mio vicino, che spingeva quello stesso garage, con la stessa potenza, alla stessa altezza, ed io e mio fratello appena dietro, con le biciclette, aspettando di entrare in quel garage, mondo a parte, casa riparatrice, tomba di segreti. E prima di noi probabilmente lo facevano gli altri fratelli più grandi, i genitori o gli zii. E dopo di questa bambina, verranno i loro figli. E anche se sarà in un altro luogo, anche se questa casa venisse abbattuta, i legami di sangue esisteranno all’infinito. Tutti siamo legati. Il tempo passa, le generazioni si susseguono, così velocemente che neanche ce ne accorgiamo. Così impegnati a districarci nelle nostre vite, così ciechi a volte. E poi i bambini, la vera risorsa del mondo, i veri custodi della felicità. Che meraviglia…
Così immerse la testa e… silenzio. Un meraviglioso, penetrante, assoluto silenzio. Era un bel po’ che non faceva il bagno, preferiva la doccia, ma quel pomeriggio Emma aveva fissato la vasca stranamente attirata da essa. Era sempre stata affascinata dall’acqua. Quando era in laboratorio di chimica alle superiori, ad esempio, e doveva riempire il lavandino per raffreddare i bicchieri, si bloccava a guardare l’acqua che scorreva, ferma davanti al bancone, con gli occhi fissi. Poi, chinandosi, immergeva un dito e la agitava un po’. Creava sfumature, riflessi, forme. Si impregnava della sua freschezza, aveva voglia di berla, di farla entrare in sé. Oppure quando in cucina faceva bollire l’acqua per cuocere la pasta, accendeva sempre la luce della cappa aspirante in modo che illuminasse l’acqua e poi buttava la pasta che la colorava di riflessi gialli.
E così quel pomeriggio decise di farsi il bagno e, come in piscina, immerse le orecchie creando il vuoto dentro di sé, o meglio la pienezza della pace. Dopo un po’ cominciò a sentire gli strani caratteristici rumori: Un brusio di fondo, lo scoppiare di alcune bolle di sapone e un po’ di acqua muoversi. E poi il suo respiro, e il battito del suo cuore, che accelerava e rallentava costantemente. Poteva immaginarsi il sangue scorrere nelle vene, pulsato dal cuore, tutti gli organi in movimento, un universo di battiti e ordini creato apposta per lei, dentro di lei.